Pubblicato esattamente cinquant’anni fa, La Storia di Elsa Morante rimane uno dei romanzi più importanti del secondo Novecento, anche in una prospettiva di genere. Nello specifico, la rappresentazione a tratti ambigua della violenza sessuale, e in particolare dello stupro, da parte della scrittrice romana, è ancora oggi suscettibile di nuove letture e ulteriori confronti. Nel presente intervento saranno intanto analizzati – in chiave critico-ermeneutica oltre che narratologica – alcuni passaggi del romanzo: l’ambiguità e l’“antifemminismo” della rappresentazione dello stupro da parte del soldato tedesco ai danni della protagonista Ida, opposta alla narrazione neo- o, meglio, iperrealista di quello subito dalla giovane partigiana Mariulina. In un secondo momento si ritornerà su alcune reazioni della critica, nell’“anno della Storia” (Angela Borghesi) e nel cinquantenario dalla sua prima uscita; reazioni difatti costellate da vari paradossi anche in riferimento alla narrazione della violenza e della vergogna delle vittime, a chiara espressione della difficoltà di recepire un romanzo che non può essere inquadrato in alcuna corrente, letteraria e/o ideologica.
“Carina carina…”: la rappresentazione della violenza sulle donne ne «La Storia» di Elsa Morante e le reazioni della critica (1974/2024)
Nora Moll
In corso di stampa
Abstract
Pubblicato esattamente cinquant’anni fa, La Storia di Elsa Morante rimane uno dei romanzi più importanti del secondo Novecento, anche in una prospettiva di genere. Nello specifico, la rappresentazione a tratti ambigua della violenza sessuale, e in particolare dello stupro, da parte della scrittrice romana, è ancora oggi suscettibile di nuove letture e ulteriori confronti. Nel presente intervento saranno intanto analizzati – in chiave critico-ermeneutica oltre che narratologica – alcuni passaggi del romanzo: l’ambiguità e l’“antifemminismo” della rappresentazione dello stupro da parte del soldato tedesco ai danni della protagonista Ida, opposta alla narrazione neo- o, meglio, iperrealista di quello subito dalla giovane partigiana Mariulina. In un secondo momento si ritornerà su alcune reazioni della critica, nell’“anno della Storia” (Angela Borghesi) e nel cinquantenario dalla sua prima uscita; reazioni difatti costellate da vari paradossi anche in riferimento alla narrazione della violenza e della vergogna delle vittime, a chiara espressione della difficoltà di recepire un romanzo che non può essere inquadrato in alcuna corrente, letteraria e/o ideologica.File | Dimensione | Formato | |
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