Ci sono libri che non si stancano di passare di mano in mano, attraversando spazi mentali e fisici di numerosi paesi e civiltà. Sembra che anche gli scrittori ne abbiano bisogno per parlare di se stessi, per definire la propria poetica, per offrire un’interpretazione della propria cultura. Talvolta, vi sono dei tentativi di superare il testo di partenza attraverso una nuova versione emulativa, altre volte ci si accontenta di parodiarlo. Per lunghi secoli, l’Odissea è stata oggetto di rimaneggiamenti a fini non solo personali ma anche collettivi, contribuendo a forgiare l’immagine che la cultura mediterranea ed europea ha creato di se stessa, immagine divenuta nel Novecento negativa e in parte tragica. Contemporaneamente, l’Odisseo omerico è approdato nelle isole dei Caraibi, dove egli dimostra di aver acquisito veramente rilievo mondiale: diventa icona delle vittime di una storia che ha insegnato ad andare sempre “più oltre”, figura del migrante costretto a perdere la propria identità per riconquistarne una nuova, dell’uomo “multiforme” che riconosce se stesso in una molteplicità di radici e nella messa in crisi di una concezione “forte” di sé. È tra i due mari del Mediterraneo e dei Caraibi che si compie il viaggio di questo discorso critico.

Ulisse tra due mari. Riscritture novecentesche dell'Odissea nel Mediterraneo e nei Caraibi

MOLL N
2006-01-01

Abstract

Ci sono libri che non si stancano di passare di mano in mano, attraversando spazi mentali e fisici di numerosi paesi e civiltà. Sembra che anche gli scrittori ne abbiano bisogno per parlare di se stessi, per definire la propria poetica, per offrire un’interpretazione della propria cultura. Talvolta, vi sono dei tentativi di superare il testo di partenza attraverso una nuova versione emulativa, altre volte ci si accontenta di parodiarlo. Per lunghi secoli, l’Odissea è stata oggetto di rimaneggiamenti a fini non solo personali ma anche collettivi, contribuendo a forgiare l’immagine che la cultura mediterranea ed europea ha creato di se stessa, immagine divenuta nel Novecento negativa e in parte tragica. Contemporaneamente, l’Odisseo omerico è approdato nelle isole dei Caraibi, dove egli dimostra di aver acquisito veramente rilievo mondiale: diventa icona delle vittime di una storia che ha insegnato ad andare sempre “più oltre”, figura del migrante costretto a perdere la propria identità per riconquistarne una nuova, dell’uomo “multiforme” che riconosce se stesso in una molteplicità di radici e nella messa in crisi di una concezione “forte” di sé. È tra i due mari del Mediterraneo e dei Caraibi che si compie il viaggio di questo discorso critico.
2006
978-88-516-0079-2
Riscritture
Odissea
Mediterraneo, Caraibi
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