Il territorio rurale si configura quale habitat radicato nella coscienza delle civiltà. Questa ricerca intende compiere, tra gli “intagli” del Mediterraneo, un percorso di conoscenza di micro dimensioni architettoniche, circoscritto ad una determinata area geografica della regione Campania, raramente analizzate scientificamente, cercando di interpretare parti del costruito in misura non disgiunta dalla lettura del contesto complessivo. La conoscenza di queste preesistenze, presenti diffusamente in tutte le aree non costiere del Mediterraneo, può contribuire anche alla comprensione di molti fenomeni architettonici e costruttivi contemporanei; il territorio resta elemento fondamentale per l’analisi storiografica contrapposta ai silenzi delle epoche, per catturare segni e linguaggi che si stanno deteriorando nel tempo. Lo studio della fabbrica rurale può concorrere a ricostruire, sia in specifiche aree omogenee locali che più diffusamente in area a largo ambito territoriale, lo sviluppo ed evoluzione di specifiche conoscenze massimizzate e manifestate nelle costruzioni. Agli appoderamenti del primo quarto del secolo scorso, nella attuazione della legge della Bonifica Integrale, seguirono i cosiddetti borghi rurali che si caratterizzarono anche come centri di produzione e servizio a supporto delle nuove urbanizzazioni, modificanti in misura consistente il rapporto tra entroterra e fascia costiera. La vastità delle tematiche intrinseche comporta una necessaria classificazione e suddivisione delle diverse componenti della ricerca complessiva; l’approfondimento dei componenti, talvolta dettagli costruttivi, talvolta vere macchine funzionali, da un punto di vista formale e strutturale conduce ad puntuale catalogazione complessiva delle diverse parti costruite, tale da definire il complesso rurale quale bene di interesse culturale. Più diffusamente la attenzione delle ricerche si è concentrata sull’organismo architettonico nella sua complessità formale; appare interessante evidenziare anche la rilevante caratteristica di ”ingegni da lavoro”, con autonomie formali e tecnologiche rappresentative di capacità creative e costruttive tipiche delle diverse aree. Colombaie, cellai, forni, forge, cisterne, torchi, pozzi, slitte e carrucole seguono regole codificate in base alle quali oggi è possibile ordinare indicazioni precise circa le tipologie edilizie, la morfologia rurale ed i processi di aggregazione e configurazione spaziale. 8th International Forum Le Vie dei Mercanti MED TOWNSCAPE AND HERITAGE KNOWLEDGE FACTORY President Carmine Napoli/Capri June 3 Gambardella rd.4th.5th 2010 2 Questa ricerca si propone di codificare, valorizzare e riutilizzare le fabbriche rurali, che, oltre a contribuire alla conoscenza dettagliata di un sistema agricolo produttivo, rappresentano una genuina memoria storica della architettura “fatta a mano” e degli “ingegni da lavoro” quali iniziatori di conoscenze.

FABBRICHE RURALI COME FABBRICHE DI CONOSCENZA: GLI INGEGNI DA LAVORO DELLE ARCHITETTURE MINORI

CENNAMO G
2010-01-01

Abstract

Il territorio rurale si configura quale habitat radicato nella coscienza delle civiltà. Questa ricerca intende compiere, tra gli “intagli” del Mediterraneo, un percorso di conoscenza di micro dimensioni architettoniche, circoscritto ad una determinata area geografica della regione Campania, raramente analizzate scientificamente, cercando di interpretare parti del costruito in misura non disgiunta dalla lettura del contesto complessivo. La conoscenza di queste preesistenze, presenti diffusamente in tutte le aree non costiere del Mediterraneo, può contribuire anche alla comprensione di molti fenomeni architettonici e costruttivi contemporanei; il territorio resta elemento fondamentale per l’analisi storiografica contrapposta ai silenzi delle epoche, per catturare segni e linguaggi che si stanno deteriorando nel tempo. Lo studio della fabbrica rurale può concorrere a ricostruire, sia in specifiche aree omogenee locali che più diffusamente in area a largo ambito territoriale, lo sviluppo ed evoluzione di specifiche conoscenze massimizzate e manifestate nelle costruzioni. Agli appoderamenti del primo quarto del secolo scorso, nella attuazione della legge della Bonifica Integrale, seguirono i cosiddetti borghi rurali che si caratterizzarono anche come centri di produzione e servizio a supporto delle nuove urbanizzazioni, modificanti in misura consistente il rapporto tra entroterra e fascia costiera. La vastità delle tematiche intrinseche comporta una necessaria classificazione e suddivisione delle diverse componenti della ricerca complessiva; l’approfondimento dei componenti, talvolta dettagli costruttivi, talvolta vere macchine funzionali, da un punto di vista formale e strutturale conduce ad puntuale catalogazione complessiva delle diverse parti costruite, tale da definire il complesso rurale quale bene di interesse culturale. Più diffusamente la attenzione delle ricerche si è concentrata sull’organismo architettonico nella sua complessità formale; appare interessante evidenziare anche la rilevante caratteristica di ”ingegni da lavoro”, con autonomie formali e tecnologiche rappresentative di capacità creative e costruttive tipiche delle diverse aree. Colombaie, cellai, forni, forge, cisterne, torchi, pozzi, slitte e carrucole seguono regole codificate in base alle quali oggi è possibile ordinare indicazioni precise circa le tipologie edilizie, la morfologia rurale ed i processi di aggregazione e configurazione spaziale. 8th International Forum Le Vie dei Mercanti MED TOWNSCAPE AND HERITAGE KNOWLEDGE FACTORY President Carmine Napoli/Capri June 3 Gambardella rd.4th.5th 2010 2 Questa ricerca si propone di codificare, valorizzare e riutilizzare le fabbriche rurali, che, oltre a contribuire alla conoscenza dettagliata di un sistema agricolo produttivo, rappresentano una genuina memoria storica della architettura “fatta a mano” e degli “ingegni da lavoro” quali iniziatori di conoscenze.
2010
9788889579404
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14086/1091
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