La nozione di significato (e le nozioni equivalenti come affezioni dell’anima, idea, concetto) occupa un ruolo cruciale nell’ambito della filosofia e della teoria dei linguaggi. Il significato è stato inteso come la parte del segno che si riferisce alla realtà o all’esperienza umana. La genesi dei significati coinciderebbe quindi con la formazione delle nostre conoscenze. Il tema dell’ontogenesi del significato diventa perciò un tema centrale della filosofia del linguaggio. Per una tradizione antica e radicata (da Platone e Aristotele a Fodor) i significati sono concetti universali che colgono la natura comune delle cose del mondo. Le lingue e i sistemi semiotici specializzati delle scienze naturali rifletterebbero quindi un’organizzazione data. Per una diversa tradizione (da Locke e Kant a Wittgenstein e Putnam) la realtà è complessa e inesauribile e può essere categorizzata in una pluralità di modi. La creatività della semiosi e della cognizione umana è la risorsa che permette rendere conto della complessità del mondo fisico e sociale. Il testo propone quindi una mediazione tra svolta linguistica e svolta cognitiva. La conoscenza inizia attraverso l’interazione diretta con il mondo fisico e sociale e si struttura attraverso schemi di evento. La creatività, sotto forma di sperimentazione attiva (Piaget) permette di costruire conoscenze decontestualizzate sul mondo fisico (concetti esperienziali) e sociale (teoria della mente). Tali conoscenze si fondono nella costruzione dei primi significati linguistici (Vygotskij). Le conoscenze esperienziali vengono riorganizzate in una rete di relazioni tra segni permettendo agli esseri umani di costruire un rapporto mediato con la realtà. Il sistema semantico esperienziale si trasforma in una struttura articolata internamente, capace di rappresentare e prendere coscienza della rete di somiglianze e differenze che le dà forma. La creatività si manifesta allora, insieme alla metalinguisticità, come la capacità di prendere le distanze e trasformare i nostri stessi sistemi semiotici rendendoli aperti e infinitamente migliorabili.
Filosofia del linguaggio e ontogenesi del significato
Gargani D
2021-01-01
Abstract
La nozione di significato (e le nozioni equivalenti come affezioni dell’anima, idea, concetto) occupa un ruolo cruciale nell’ambito della filosofia e della teoria dei linguaggi. Il significato è stato inteso come la parte del segno che si riferisce alla realtà o all’esperienza umana. La genesi dei significati coinciderebbe quindi con la formazione delle nostre conoscenze. Il tema dell’ontogenesi del significato diventa perciò un tema centrale della filosofia del linguaggio. Per una tradizione antica e radicata (da Platone e Aristotele a Fodor) i significati sono concetti universali che colgono la natura comune delle cose del mondo. Le lingue e i sistemi semiotici specializzati delle scienze naturali rifletterebbero quindi un’organizzazione data. Per una diversa tradizione (da Locke e Kant a Wittgenstein e Putnam) la realtà è complessa e inesauribile e può essere categorizzata in una pluralità di modi. La creatività della semiosi e della cognizione umana è la risorsa che permette rendere conto della complessità del mondo fisico e sociale. Il testo propone quindi una mediazione tra svolta linguistica e svolta cognitiva. La conoscenza inizia attraverso l’interazione diretta con il mondo fisico e sociale e si struttura attraverso schemi di evento. La creatività, sotto forma di sperimentazione attiva (Piaget) permette di costruire conoscenze decontestualizzate sul mondo fisico (concetti esperienziali) e sociale (teoria della mente). Tali conoscenze si fondono nella costruzione dei primi significati linguistici (Vygotskij). Le conoscenze esperienziali vengono riorganizzate in una rete di relazioni tra segni permettendo agli esseri umani di costruire un rapporto mediato con la realtà. Il sistema semantico esperienziale si trasforma in una struttura articolata internamente, capace di rappresentare e prendere coscienza della rete di somiglianze e differenze che le dà forma. La creatività si manifesta allora, insieme alla metalinguisticità, come la capacità di prendere le distanze e trasformare i nostri stessi sistemi semiotici rendendoli aperti e infinitamente migliorabili.File | Dimensione | Formato | |
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