La creatività occupa un ruolo centrale nella visione delle lingue storico-naturali di Tullio De Mauro. Nella sua classificazione dei codici semiologici, la creatività si caratterizza come disponibilità dei codici alla variazione e si articola in due principali modalità: la creatività regolare e la creatività non regolare. Nel primo caso, la variazione si fonda sulle regole e le unità di base dei codici e permette di creare un numero di segni potenzialmente infinito. Nel secondo caso, la variazione permette di violare le regole (creatività non regolare) e anche di mutare regole e unità di base (creatività di regole). Secondo De Mauro ed Emilio Garroni, la filogenesi della specie umana sarebbe strettamente connessa allo sviluppo della facoltà di linguaggio. La creatività sarebbe alla base della cognizione e della semiosi umane. Si potrebbe pensare che la vaghezza, l’estensibilità del significato, sia la caratteristica centrale della creatività linguistica e che, di conseguenza, essa sia il tratto che differenzia le lingue dagli altri sistemi semiotici umani e animali. Tuttavia, non esiste una caratteristica singola delle lingue che non sia presente in altri codici umani o animali (in particolare flessibilità e parziali capacità metalinguistiche compaiono nei primati). La creatività e le capacità metalinguistiche riflessive avanzate della specie sono frutto del possesso congiunto di tutte le caratteristiche delle lingue: articolatezza, sinonimia, creatività regolare e non regolare. Quali sono allora le caratteristiche bio-cognitive dell’Homo Sapiens che hanno reso possibili tali sviluppi? Il saggio propone un’ipotesi fondata sulle tesi di De Mauro, Garroni e su alcune teorie e ricerche su filogenesi e ontogenesi del significato.
Creatività e origini del linguaggio in Tullio De Mauro
Gargani D
2018-01-01
Abstract
La creatività occupa un ruolo centrale nella visione delle lingue storico-naturali di Tullio De Mauro. Nella sua classificazione dei codici semiologici, la creatività si caratterizza come disponibilità dei codici alla variazione e si articola in due principali modalità: la creatività regolare e la creatività non regolare. Nel primo caso, la variazione si fonda sulle regole e le unità di base dei codici e permette di creare un numero di segni potenzialmente infinito. Nel secondo caso, la variazione permette di violare le regole (creatività non regolare) e anche di mutare regole e unità di base (creatività di regole). Secondo De Mauro ed Emilio Garroni, la filogenesi della specie umana sarebbe strettamente connessa allo sviluppo della facoltà di linguaggio. La creatività sarebbe alla base della cognizione e della semiosi umane. Si potrebbe pensare che la vaghezza, l’estensibilità del significato, sia la caratteristica centrale della creatività linguistica e che, di conseguenza, essa sia il tratto che differenzia le lingue dagli altri sistemi semiotici umani e animali. Tuttavia, non esiste una caratteristica singola delle lingue che non sia presente in altri codici umani o animali (in particolare flessibilità e parziali capacità metalinguistiche compaiono nei primati). La creatività e le capacità metalinguistiche riflessive avanzate della specie sono frutto del possesso congiunto di tutte le caratteristiche delle lingue: articolatezza, sinonimia, creatività regolare e non regolare. Quali sono allora le caratteristiche bio-cognitive dell’Homo Sapiens che hanno reso possibili tali sviluppi? Il saggio propone un’ipotesi fondata sulle tesi di De Mauro, Garroni e su alcune teorie e ricerche su filogenesi e ontogenesi del significato.File | Dimensione | Formato | |
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