La questione delle origini del linguaggio e della semiosi è intrinsecamente connessa ai temi della natura umana e dei rapporti tra linguaggio, pensiero e realtà. Esiste una tradizione venerabile, che parte da Platone e Aristotele per arrivare a Chomsky e Fodor, per cui il pensiero umano è astratto, simbolico e capace di rispecchiare l’ordine naturale e l’essenza delle cose. Secondo una diversa tradizione (Kant, Wittgenstein, Putnam, Prieto) la realtà è complessa e inesauribile e gli esseri umani sono capaci di costruire una pluralità di descrizioni del mondo. La creatività è quindi la capacità che permette alla specie umana di adattarsi alla complessità della realtà. Secondo De Mauro e Garroni la creatività è la capacità specie-specifica alla base della semiosi e della cognizione umane. Il saggio mostra il ruolo della creatività nell’ontogenesi dei concetti e dei significati attraverso una sintesi delle teorie dello sviluppo di Vygotskij, Piaget, Benelli e Nelson. La cognizione si sviluppa su basi esperienziali e senso-motorie. La creatività si manifesta inizialmente sotto forma di sperimentazione attiva e trasforma le conoscenze vincolate agli schemi di evento in concetti empirici (percettivo-funzionali) decontestualizzati. Tali processi si intrecciano alla costruzione dei significati verbali in cui convergono conoscenze sul mondo fisico e conoscenze sul mondo sociale. La linguisticizzazione del pensiero permette, attraverso una serie di fasi illustrate nel saggio, di rendere i concetti esperienziali un oggetto di riflessione. Il sistema semantico delle lingue diventa così articolato internamente e disponibile alla riflessione. Le relazioni di somiglianza e di differenza che identificano i significati sono ora disponibili alla coscienza. La creatività si manifesta allora come “presa di distanza”, come capacità di riflettere e trasformare i sistemi semiotici che danno forma alla conoscenza.
Creatività e origini della semiosi umana
Gargani D
2018-01-01
Abstract
La questione delle origini del linguaggio e della semiosi è intrinsecamente connessa ai temi della natura umana e dei rapporti tra linguaggio, pensiero e realtà. Esiste una tradizione venerabile, che parte da Platone e Aristotele per arrivare a Chomsky e Fodor, per cui il pensiero umano è astratto, simbolico e capace di rispecchiare l’ordine naturale e l’essenza delle cose. Secondo una diversa tradizione (Kant, Wittgenstein, Putnam, Prieto) la realtà è complessa e inesauribile e gli esseri umani sono capaci di costruire una pluralità di descrizioni del mondo. La creatività è quindi la capacità che permette alla specie umana di adattarsi alla complessità della realtà. Secondo De Mauro e Garroni la creatività è la capacità specie-specifica alla base della semiosi e della cognizione umane. Il saggio mostra il ruolo della creatività nell’ontogenesi dei concetti e dei significati attraverso una sintesi delle teorie dello sviluppo di Vygotskij, Piaget, Benelli e Nelson. La cognizione si sviluppa su basi esperienziali e senso-motorie. La creatività si manifesta inizialmente sotto forma di sperimentazione attiva e trasforma le conoscenze vincolate agli schemi di evento in concetti empirici (percettivo-funzionali) decontestualizzati. Tali processi si intrecciano alla costruzione dei significati verbali in cui convergono conoscenze sul mondo fisico e conoscenze sul mondo sociale. La linguisticizzazione del pensiero permette, attraverso una serie di fasi illustrate nel saggio, di rendere i concetti esperienziali un oggetto di riflessione. Il sistema semantico delle lingue diventa così articolato internamente e disponibile alla riflessione. Le relazioni di somiglianza e di differenza che identificano i significati sono ora disponibili alla coscienza. La creatività si manifesta allora come “presa di distanza”, come capacità di riflettere e trasformare i sistemi semiotici che danno forma alla conoscenza.File | Dimensione | Formato | |
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